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Eisbolé

Eisbolè, invasioni, strappi, visioni

di e con: Fiamma Negri  e Giusi Salis
MUSICHE ORIGINALI DAL VIVO: Stefano Bartoli e Alessandro Berti


TRACCE ARTISTICHE: Loretto Ricci


REGIA: Marino Giuseppe Sanchi


voci off:
Arno Peters: MARINO GIUSEPPE SANCHI 
I bambini: VIOLA E GEMMA FERRARESE


Grafica: Whipped World

Il racconto dei perché delle migrazioni “epocali” del mondo moderno, dell’idea di invasione alimentata come paura del secolo, una carta geografica che parla e diventa teatro; parla attraverso differenti punti di vista, per capire come, nel mondo, la realtà sia filtrata da sguardi e culture, come gli effetti vengano confusi con le cause, a volte per sbaglio a volte per scelta.

Chi subisce le violenze di guerre e conflitti di qualsiasi natura non è solo profugo, immigrato, povero, è una persona con progetti, desideri, affetti, emozioni, diritti.

La guerra può diventare banale, la quotidianità può dipanarsi in mezzo all’inferno: gioie, dolori, allegria, amore…

Dalle nostre case eventi lontani perdono complessità e si riducono a percezioni: invasione, lavoro rubato, pericolo, degrado, poverini, solidarietà, ci sono anche quelli bravi.  

     Eisbolè è emozioni, ironia, consapevolezza.

Eisbolè è una carta geografica che parla e diventa teatro.

Raccontare cosa accade nel mondo è fondamentale per ognuno di noi. Ci permette di capire e decidere. Ci regala libertà, perché il peggior nemico è il silenzio.”

Raffaele Crocco – Direttore Atlante delle Guerre e dei conflitti nel mondo

LO  SPETTACOLO

Sul palco due donne

La narrazione di Giusi Salis districa le difficili trame dei perché, un racconto quasi giornalistico che col leggero distacco dell’ironia fa vivere la mappa di Peters: le storie e i personaggi, le vittime e i carnefici, la montagna d’oro, la signora Maria, le multinazionali, casa nostra, casa loro, eventi che ai più sembrano scollegati ma che se scavi un po’ trovi che sono strettamente connessi.Fiamma Negri interpreta tre personaggi, tre punti di vista: Nur, siriana, è una donna emancipata che ha gli strumenti per capire, Kimpa, è l’archetipo della donna africana, lo stupore di fronte ad eventi troppo grandi, e Amanda, di nazionalità indefinita, è assolutamente aderente allo stereotipo della donna d’affari senza cuore. Quelle che di scrupoli ormai non ne hanno più. Kimpa e Nur sono anche madri. Madri che sanno che i figli se ne vanno e tornano. Forse.

Eisbolè è stato elaborato e realizzato con l’Atlante delle guerre e dei conflitti del mondo (partner anche della prossima produzione, Overshoot) ha debuttato nel 2017 a Cascina ed è tuttora in tournée,  è stato replicato a lungo nei teatri Italiani, nelle piazze del Trentino, fino ad approdare nelle fabbriche. Lo spettacolo è stato realizzato grazie a CGIL Toscana , Fondazione Finanza Etica , SPI CGIL TOSCANA, Arci Toscana, Legambiente Toscana, ANPI Firenze, col patrocinio del Consiglio regionale della Toscana.

Eisbolè story: 

È la versione storytelling dello spettacolo calibrata per essere realizzata in spazi non teatrali, un incontro diretto col pubblico, una storia che si apre alle domande di chi ascolta, una storia che è possibile raccontare ovunque: nelle scuole, in un parco, nelle fabbriche, nei circoli per scoprire l’invasione che non c’è.

Eisbolè, dice che…”  il corto

Prima di mettere in scena lo spettacolo abbiamo realizzato il corto : le chiacchiere da bar, il sentito dire, la realtà che si allontana coperta dal rumore di fondo.  Un racconto sul filo dell’ironia che è parte fondamentale del nostro percorso creativo.

GENESI

“Eisbolé” comincia a vivere molto tempo fa, da incontri che non si possono dimenticare, nasce da storie che finché le leggi è una cosa, ma quando le ascolti nelle parole e negli occhi di chi le ha vissute ti cambiano la percezione, lasciano un’eco che ti segue ovunque.

Le tragedie, annunciate o meno, il ripetersi di riti macabri, l’atteggiamento securitario che alla fine diventa connivenza, portano  alla lacrima facile per il bambino sulla spiaggia e a un’ altrettanto facile ferocia verso quelli che “ci rubano” il lavoro, le donne, le case popolari e se passa lo ius soli pure la nazionale!

Un’escalation che va di pari passo col precipitare della qualità della vita, delle condizioni di lavoro per cui è necessario trovare un colpevole, purché non sia quello vero. Chi istiga e amplifica paure e pregiudizi costruisce scientificamente l’egemonia di un pensiero che, ripetuto ossessivamente, diventa istinto e ostilità anche da parte  degli insospettabili. E mentre la “gente” si concentra sui muri e gli ostacoli al movimento delle persone, affari, denaro e merci scorrazzano allegramente per il pianeta. Liberi da sciocchi vincoli.

E allora va bene il cuore ma la ragione pure, perchè la “gente” a volte non conosce, a volte reagisce d’istinto (di conservazione, di difesa, di qualcosa che nemmeno sa): abbiamo capito che volevamo sapere come ci siamo trovati a pensare con una logica che non ci appartiene, come ci siamo trovati a parlare con parole che non sono le nostre, schiavi di una semplificazione tossica che si ferma a qui e ora, a noi e loro, e infine a o noi o loro, poracci contro poracci.

Ecco, collaborare con l’Atlante delle guerre e dei conflitti vuol dire ripensare il modo di leggere la realtà e agire di conseguenza. Capire i perchè, vuol dire riportare l’attenzione dalle tragedie ai desideri, dalla morte alla ricerca di una vita degna di questo mondo, ricordarci che il movimento fa parte della storia dell’uomo e non è nè buono nè cattivo.

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Prima Nazionale a Cascina